Dall’incontro di spagnolo e inglese, nasce lo Spanglish. Diffuso soprattutto al Sud degli Stati Uniti, è un linguaggio ibrido nato sulle “zone di confine”. Si parla cioè in quelle zone dove convivono parlanti di lingua spagnola e parlanti di lingua inglese.
Spanglish: di cosa si tratta
Lo spanglish è una lingua, oggi molto diffusa, che porta in sé un valore profondo, quello dell’incontro tra due culture che fanno propri aspetti di due lingue differenti. Nasce dalla contaminazione e dalla sovrapposizione di due lingue. Come necessità di comprensione e comunicazione di chi vive in aree geografiche come quelle di confine tra Messico e Stati Uniti.
A parlare lo spanglish oggi sono soprattutto immigrati di prima e seconda generazione. Queste persone che vivono a metà tra due culture hanno trovato in questo linguaggio un punto di incontro e, quindi, “confronto”.
Origine storiche dello Spanglish
Al contrario di quanto si possa pensare, lo spanglish ha radici lontane. Per capire l’origine di questo fenomeno linguistico bisogna tornare indietro fino al 1898, l’anno in cui Puerto Rico entra ufficialmente a far parte degli USA. A partire da quel momento e per altri cinquant’anni, nelle scuole si inizia ad insegnare esclusivamente in lingua inglese ad una popolazione di lingua spagnola.
Ecco che, inevitabilmente, due idiomi si incontrano e si mescolano dando vita al code switching poi denominato Spanglish. Il nome, invece, deriva dal giornalista, poeta e saggista portoricano Salvador Tiò. Intorno alla fine degli anni Quaranta del Novecento ha coniato il termine per indicare la lingua ibrida parlata dai Latinos che vivono negli States.
Code Switching
Il termine code switching fa riferimento al passaggio da una lingua all’altra all’interno dello stesso discorso o frase da parte di parlanti che hanno più di una lingua in comune (e quindi più di una cultura e modi di dire in comune). Il modo in cui due lingue si incontrano e si contaminano a vicenda non è così scontato, è molto vario. Ecco la difficoltà nel tradurre un linguaggio del genere.
Per questo motivo, tradurre lo spanglish non è semplice come la traduzione dall’italiano allo spagnolo o dall’italiano all’inglese. Lo spanglish, infatti, non ha precise regole grammaticali o sintattiche: è in continua evoluzione e trasformazione grazie al confronto dei parlanti.
Quando si parla dello Spanglish, sia chiaro, non si tratta di un uso sporadico di parole inserite a caso nello spagnolo o nell’inglese. Nonostante non sia una lingua codificata, è un’autentica fusione delle due lingue. Per un traduttore, è possibile riconoscere e quindi tradurre alcune espressioni tipiche come “te veo”, che significa alla lettera “ti vedo” e viene utilizzato per dire “arrivederci”. In questo caso, si tratta dell’espressione inglese “see you”. Prendiamo in esame l’espressione “vamos a uochàr”: nasce dal verbo “to watch” in inglese con la desinenza dell’infinito utilizzata per i verbi spagnoli.