Dopo numerosissime richieste, incontri e confronti, l’annosa questione degli onorari per i traduttori e gli interpreti giurati sembra aver imboccato la via della risoluzione.
È infatti notizia del 4 dicembre 2023 che il Ministero della Giustizia, presieduto da Carlo Nordio, ha ufficialmente istituito una Commissione al fine di concordare una rideterminazione degli onorari per gli ausiliari del magistrato nei processi civili, penali, contabili, amministrativi e tributari.
Ma facciamo un passo indietro. Un grande passo indietro, a ben 21 anni fa.
La liquidazione dei compensi dei consulenti tecnici e periti del Tribunale, interpreti e traduttori, è stata per lungo tempo regolata dalla Legge 8 Luglio 1980, n° 319, poi abrogata dall’art. 299 del Dpr n. 115/2002 (meglio noto come Testo unico in materia di spese di giustizia) che, riscrivendo sostanzialmente le stesse disposizioni, ha salvato solo l’articolo 4 che dispone sugli Onorari commisurati al tempo. La successiva modifica al T.U. operata con il D.M. 30 maggio 2002 si è limitata alla sola conversione da lira a euro.
Da allora, nulla è stato fatto per adeguare i compensi dei CTU e periti alla naturale evoluzione del costo della vita degli ultimi vent’anni, lasciando aperte diverse problematiche.
Le vacazioni
L’articolo sopracitato lascia, per i traduttori e gli interpreti, un vuoto non indifferente: benché la legge preveda delle tabelle tariffarie per altri professionisti, i traduttori e interpreti giudiziari sono retribuiti sempre a vacazioni, ossia in base a tempo impiegato per lo svolgimento dell’incarico.
Ogni vacazione corrisponde a due ore di lavoro e, per ogni giornata lavorata, si può arrivare ad accumulare massimo quattro vacazioni, ossia otto ore.
Per la prima vacazione è previsto un compenso di 14,68, dalla seconda vacazione in poi la vacazione scende a 8,15, il che si traduce in una tariffa oraria media di circa 4€ l’ora.
Al compenso irrisorio si aggiunge inoltre la gestione delle ore da parte dei magistrati; questi ultimi sono infatti incaricati della liquidazione del compenso e hanno la facoltà di ridurre le ore d’ufficio dopo che l’incarico è stato espletato.
Una condizione insostenibile per chi già percepisce davvero poco, e corre il rischio di vedersi ridurre ancor di più il compenso solo dopo aver consegnato il proprio lavoro.
Il mancato adeguamento ISTAT
Altro punto dolente è il mancato rinnovo delle condizioni retributive previsto dall’articolo 54 del D.P.R. 115/2002.
Quest’ultimo prevede che la misura degli onorari fissi, variabili e a tempo sia adeguata ogni tre anni in relazione alla variazione, accertata dall’ISTAT.
Ebbene, dal 2002 l’adeguamento ISTAT non è mai stato applicato, quindi chi lavora oggi come interprete e traduttore giudiziario guadagna la stessa cifra che percepiva 21 anni fa.
Su questo punto, ANITI, nel corso degli anni ha promosso numerose iniziative per un confronto con i Ministeri che via via si sono succeduti, promosso petizioni e, in particolare, ha insistito più recentemente con una PEC presentata al Ministro Nordio nel giugno 2023, in cui sottolineava che, dal 2002 a oggi, il costo della vita ha subito una rivalutazione ISTAT del 49%. Azione poi reiterata, ad agosto, in collaborazione con la maggior parte degli ordini degli architetti d’Italia.
È un dato di cui non si può non tener conto, soprattutto, ripetiamo, dal momento che la legge prevede già tale adeguamento e non è stato applicato per oltre due decenni.
Cosa sta facendo il Ministero della Giustizia?
Un primo passo importante è stato compiuto ad agosto 2023, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero della Giustizia n. 109.
Il decreto riguarda nello specifico il “Regolamento concernente l’individuazione di ulteriori categorie dell’albo dei consulenti tecnici di ufficio e dei settori di specializzazione di ciascuna categoria, l’individuazione dei requisiti per l’iscrizione all’albo, nonché la formazione, la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco nazionale, ai sensi dell’articolo 13, quarto comma, delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie.”
Ora, per iscriversi all’albo dei CTU, bisogna finalmente rispettare alcune caratteristiche che distinguono un vero professionista da un comune cittadino senza le competenze adeguate, tra le quali spicca l’essere iscritti ad una associazione di categoria
Ne abbiamo parlato meglio in questo articolo.
Per quanto riguarda la la questione dei compensi, la svolta sembra essere arrivata con il D.M. del 4 Dicembre 2023 con cui il Ministero della Giustizia ha istituito una Commissione che lavorerà specificatamente sulla rideterminazione della misura degli onorari fissi, variabili e a tempo, degli ausiliari del magistrato nel processo penale, civile, amministrativo, contabile e tributario.
La commissione istituita concluderà i lavori entro il 30 Maggio 2024, salva diversa disposizione.
Il decreto lo trovi qui: https://www.aniti.it/wp-content/uploads/2024/02/D.M._4_12_2023.pdf